La Tempesta Sotto le Stelle

 


"A volte penso che siamo come quegli animali dei documentari che non si capisce mai se si stanno massacrando o se stanno facendo l'amore. [...] e ci siamo sdraiati vicini con i cuori arresi."

Le Luci della Centrale Elettrica - Cosa racconteremo di Questi Cazzo di Anni Zero (2009)


Sei andata via così silenziosamente che hai fatto un casino tremendo.

Le cose che non ti ho detto le ho urlate alle pareti della nostra stanza da letto.

Mentre le mie scuse più egocentriche sono rimaste impiccate a questi lampadari rapsodici,

parole impronunciate, che tremano nella notte.

Tremano di angoscia, di questa mia riscoperta solitudine.

 

Bogotà è già lontana e questa stanza, scuoiata, è ancora un macello.

Il letto sudato, i calzini spaiati nei cassetti,

la Bolivia sul comodino ed una crosta di pizza in un angolo.

Questa lavatrice che non finisce mai, come i miei rimpianti,

e continua a perdere, come io con le mie battaglie.

 

Amsterdam débauche, Westermarkt abulia, Pachamama puttana.

 

E’ l’ora di finirla, andatevene via tutti.

Lasciatemi solo, vi rimpiazzerò con gli spietati ricordi ed il mio nichilismo narcisista.

Con la bellezza sovvertita, con la mia attenzione intermittente.

Con questa malinconia generatrice, epifania della mia perenne nostalgia.

 

Ora che sei andata via è sempre Lunedì.

Facendo le valigie hai lasciato dietro di te una strage.

Mi sono riscoperto orfano, ho perso una sorella e la mia migliore amica.

Ti sei scordata la desolazione di Gaza nel frigorifero

ed al mio ritorno ho tenuto un funerale per tutte le nostre piante,

per tutti i nostri pianti,

per tutti i miei rimpianti.

 

I muri gridano di te, chiedono dove sei, perché le cornici sono vuote, cosa eravamo diventati?

Dove prima c’erano le tue cose è rimasto un alone e tutta la polvere attorno

a preservare le macerie della nostra convivenza.


Andatevene anche voi, lasciatemi solo. Vi imploro.

Ma datemi un'amante per svernare questo lungo inverno pandemico.

Il senso di colpa per contribuire allo scioglimento dei ghiacciai anche mentre decostruisco i miei sogni sul soffitto, 

l'ho alleviato con una collezione di mozziconi delle Ande, 

che custodisco ancora in un marsupio.


I muri gridano di te, chiedono dove sei, perché le cornici sono vuote, cosa saremmo diventati?

L'altro giorno il micio del vicino ha sbirciato da dietro la finestra e non ti ha trovata.

Sono più le cose che hai lasciato, che quelle che ti sei portata via.

 

Ritorneró a primavera, quando le mie paranoie verranno proiettate a Cannes,

i rave dei miei flussi di coscienza saranno stati sdoganati e letti alla messa pasquale,

ci incontreremo tutti a Rialto a ballare sotto i lacrimogeni, come quel carnevale del 2014,

che nel frattempo ci sarà risalito ed avrà esorcizzato i miei demoni.

 


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